Aree di intervento

Disturbi e problemi trattati


Psicoterapia dell’adulto

La psicoterapia è un intervento che utilizza tecniche specifiche per risolvere o attenuare una condizione di disagio psichico.

Il disagio psichico può assumere la forma di un disturbo psicologico, quando compromette il funzionamento generale della persona nei diversi ambiti di vita.

Le principali forme di disagio psichico che tratto sono:

Le fobie specifiche sono un disturbo d’ansia, caratterizzato da un’intensa paura per uno specifico aspetto della realtà. Le fobie specifiche possono riguardare cose, animali, situazioni, persone o elementi naturali. Il problema si manifesta con intense reazioni di ansia (a volte veri attacchi di panico) ogni volta che la persona entra in contatto con l’oggetto fobico.

La persona per affrontare la paura mette in atto delle reazioni tipiche di cui la più caratteristica è l’evitamento, può inoltre coinvolgere altre persone per farsi aiutare a gestire il problema, per esempio delegando ad altri compiti che implicano il confrontarsi con ciò che spaventa.

La psicoterapia di questo problema consiste nel portare il paziente attraverso specifiche tecniche a controllare le proprie risposte di ansia. A partire da questo punto si utilizzano tecniche terapeutiche che permettono al paziente di esporsi gradualmente all’oggetto della sua fobia.

Il disturbo da attacchi di panico è caratterizzato dalla presenza di intense crisi di ansia che hanno una breve durata ed un inizio e una fine ben definita, e frequenza variabile durante il giorno o la settimana. Durante la crisi la persona esperisce un forte innalzamento dei vari parametri fisiologici collegati all’ansia (affanno respiratorio, tachicardia, vertigini, rossore, sudorazione, nodo alla gola ecc..) e la sensazione psicologica di essere sul punto di morire o impazzire.

La persona vive nel timore di avere una crisi e questo la porta ad una attenzione ossessiva delle proprie sensazioni fisiche e percezioni mentali, ad evitare in alcuni casi possibili situazioni ritenute rischiose e a chiedere aiuto alle persone che si sentono più vicine.

La psicoterapia di questo problema si basa sul portare il paziente dal subire al gestire le proprie reazioni di ansia, che vengono gradualmente riportate ad un livello fisiologico. Inoltre se vengono messi in atto degli evitamenti si conduce il paziente, attraverso tecniche specifiche, a riprendersi la completa libertà di movimento nella sua vita.

Questo problema è caratterizzato dalla presenza di un’ansia costante collegata a preoccupazioni, generali o specifiche, che possono riguardare diversi aspetti della vita della persona.

La persona è attanagliata e appesantita da uno stato di angoscia costante che frequentemente si presenta con una sintomatologia di tipo somatico (cefalee, dolori articolari, elevata faticabilità, ecc..) e con pensieri negativi e scoraggiamento verso il futuro.

La psicoterapia di questo problema consiste nel creare degli spazi liberi dall’angoscia sempre più frequenti attraverso tecniche specifiche. Raggiunto questo obbiettivo attraverso il dialogo e la prescrizione di esperienze concrete si cerca di ridimensionare le preoccupazioni eccessive del paziente.

Questo problema è caratterizzato dal timore di essere giudicati in modo negativo dagli altri. La persona presenta un’ansia eccessiva nelle situazioni sociali, la paura può essere collegata al timore di mostrare reazioni fisiche che non si vorrebbero avere (es. rossore e sudorazione), al timore della prestazione e di sbagliare, o infine al timore di apparire ridicoli, goffi o poco intelligenti.

La persona generalmente tende ad evitare le situazioni sociali in cui si sente giudicata, e se le affronta lo fa con grande fatica con una forte ansia e non di rado subendo continui insuccessi.

La psicoterapia di questo problema ha l’obbiettivo di modificare il rapporto che il paziente ha con se stesso e con gli altri, attraverso esperienze mirate che andranno a modificare le percezioni e le sensazioni nelle situazioni sociali temute. La riduzione dell’ansia e l’interruzione degli evitamenti saranno una conseguenza di queste esperienze terapeutiche.

Questo problema è costituito dalla presenza di contenuti mentali intrusivi, che la persona vive in modo negativo con forte ansia e angoscia. Tali contenuti mentali possono essere immagini, parole che si ripetono, dubbi o una rimuginazione mentale costante.

La persona generalmente cerca di non pensare le ossessioni o di trovare una spiegazione razionale che le risolva, ma senza riuscirci. Tutto questo la fa vivere in uno stato di angoscia continua legata alla sensazione di non avere vie di uscita.

La psicoterapia di questo problema consiste nel creare spazi sempre più liberi dalle ossessioni o di ridurne l’intensità emotiva di come sono vissute, attraverso tecniche specifiche. Dopo questo primo fondamentale cambiamento la terapia procede al graduale annullamento dei processi mentali ossessivi, fornendo al paziente delle tecniche che può utilizzare autonomamente se il problema si ripresenta, incrementando così il senso di autostima e autoefficacia personali.

Questo problema è caratterizzato dalla presenza di comportamenti rituali, stereotipati e ripetitivi, che la persona mette in atto per sedare uno stato di angoscia intenso collegato ad una ossessione. I comportamenti rituali possono riguardare il ricontrollare procedure, il disporre cose in un determinato ordine, il ripetere formule mentali o copioni comportamentali propiziatori, il portare all’estremo come intensità o frequenza un comportamento autoprotettivo (es. lavaggi per paura delle infezioni).

La persona nella maggior parte dei casi è consapevole dell’irragionevolezza delle proprie preoccupazioni, ma il pensiero diventa talmente assillante e l’angoscia così intensa che non riesce a non mettere in atto il comportamento che porta all’estinzione di tali stati mentali negativi. Il comportamento compulsivo pertanto da una parte aiuta la persona dall’altra la intrappola, perché la vincola a mettere in atto le azioni rassicuranti sempre più frequentemente o sempre più intensamente.

La psicoterapia di questo problema consiste nel far raggiungere al paziente il controllo dei comportamenti compulsivi attraverso tecniche specifiche che utilizzano la logica del problema, invece di contrastarla. Una volta raggiunto questo obbiettivo, che modifica come viene vissuto il problema dal paziente, si procede ad una graduale riduzione della frequenza e dell’intensità dei comportamenti compulsivi, creando spazi di libertà dalle compulsioni sempre maggiori.

In questa categoria rientrano varie forme di disagio psicologico tutte collegate al comportamento alimentare. I principali problemi affrontati riguardano la difficoltà nel controllare l’alimentazione e nel tenere uno stile alimentare equilibrato, in questi casi troviamo la presenza di abbuffate o uno stile alimentare complessivamente squilibrato (per esempio caratterizzato da un costante spilluzicamento giornaliero). Altre forme di disagio trattate riguardano un’eccessiva rigidità nel seguire diete restrittive, che può condurre a gravi forme di deprivazione del fabbisogno energetico e a un dimagrimento eccessivo. Infine, un problema alimentare specifico che viene affrontato è quello caratterizzato dalla presenza massiccia di forme compensative compulsive, come il vomito autoindotto.

Le persone che hanno un problema alimentare, oltre a soffrire per le difficoltà ad avere un rapporto soddisfacente con il cibo, presentano generalmente altre forme di disagio psicologico collegate al rapporto con la propria immagine corporea, alla regolazione degli stati emotivi negativi, e alla vita relazionale nei diversi contesti di vita.

La psicoterapia di questa categoria di problemi prevede dapprima la risoluzione del problema alimentare attraverso tecniche specifiche, che mirano a modificare il rapporto del paziente col cibo, spesso caratterizzato da modalità ossessive, che sono alla base delle diverse forme di disturbo descritte sopra. Successivamente vengono affrontati altri aspetti collegati al problema, che riguardano il rapporto con la propria immagine corporea, la gestione della propria vita emotiva, e le difficoltà relazionali, sia nel contesto familiare che in quello sentimentale.

Questa categoria di problemi riguarda tutte quelle condizioni in cui la persona agisce dei comportamenti che non vorrebbe avere, e che vorrebbe tenere sotto controllo o limitare. Rientrano in questo gruppo di problemi differenti forme di disagio psichico. Da una parte ritroviamo la difficoltà della persona di bloccare comportamenti che le procurano piacere, ma che contemporaneamente sono per lei dannosi o fonte di sofferenza. Rientrano in questa categoria lo shopping compulsivo, il gioco d’azzardo compulsivo (anche online), la visione di materiale pornografico, alcune forme di perversione sessuale, l’uso compulsivo di internet e dei social. Dall’altra ritroviamo difficoltà di controllo dell’aggressività e di elaborazione e gestione della rabbia.

Le persone che hanno problemi di questo tipo vivono un conflitto interno, da una parte sono consapevoli e vorrebbero controllare i comportamenti impulsivi, dall’altra non ci riescono e pagano spesso una profonda frustrazione per questo motivo. In genere vengono provate dalla persona che presenta il problema e, in alcuni casi, dalle persone che le sono vicine, diverse strategie per bloccare i comportamenti percepiti come dannosi, ma senza raggiungere l’obbiettivo.

La psicoterapia di questa categoria di problemi si basa sul far sviluppare al paziente il controllo del comportamento impulsivo, che a seconda del caso viene interrotto, ridotto, o riorientato in un senso più costruttivo, attraverso tecniche specifiche. Ottenuto questo obbiettivo per i disturbi che si basano sul discontrollo dei comportamenti che procurano piacere, l’intervento procede nello sviluppare le risorse personali del paziente in modo da orientarlo verso comportamenti che procurano più soddisfazione e che, contemporaneamente, determinano una maggiore integrazione nel contesto di vita.

In questa categoria rientrano varie forme di disagio psicologico, tutte collegate con l’attività sessuale. Possiamo trovare vari tipi di problemi inerenti le diverse fasi della risposta sessuale (anorgasmia, impotenza, eiaculazione precoce, coito doloroso, apatia sessuale ecc..), sia per quanto riguarda l’uomo che la donna. In tutti i casi una vita sessuale non soddisfacente è collegata con vissuti negativi di fallimento, autosvalutazione e incompletezza.

Le persone che hanno problemi di questo tipo sentono l’urgenza di risolvere la disfunzione, ed allo stesso tempo sono demoralizzate per gli insuccessi ottenuti nel perseguire tale scopo. Il problema sessuale infatti è spesso collegato a vissuti di ansia o depressione.

La psicoterapia di questa categoria di problemi ha l’obbiettivo di sbloccare il problema e ripristinare una vita sessuale soddisfacente, migliorando conseguentemente lo stato emotivo del paziente. Questo obbiettivo viene raggiunto attraverso prescrizioni comportamentali riguardanti la sessualità, che seguono logiche di intervento lontane dal senso comune, se non paradossali.

In questa categoria di problemi rientrano varie forme di disagio caratterizzate da: un umore negativo, senso di vuoto e tristezza, senso di colpa, difficoltà a fare le cose e attivarsi, apatia, ecc.., reattive ad eventi esterni negativi oppure immotivate.

Le persone che presentano tali problemi cercano di contrastare tali emozioni negative e di risalire dal baratro entro cui si sentono cadute, ma senza riuscirci. In altre situazioni le persone che presentano questo disagio sono accompagnate in terapia dai familiari, in quanto rinunciano ad ogni possibilità di risolvere il problema.

La psicoterapia di questi problemi prevede di creare, attraverso tecniche specifiche, spazi sempre più liberi e un maggior controllo dei vissuti depressivi. Dopo aver raggiunto questo obbiettivo il paziente viene sostenuto nel recupero e nella realizzazione delle proprie risorse e capacità personali.


Psicoterapia del bambino e dell’adolescente

Mi occupo della psicoterapia delle principali forme di disagio psicologico che emergono durante l’infanzia e l’adolescenza.

I disturbi trattati in questa fascia di età comprendono: i disturbi di ansia, i disturbi ossessivi compulsivi, i disturbi del controllo degli impulsi, i disturbi della condotta, i disturbi del sonno e dell’alimentazione.

Per quanto riguarda la cura del bambino e del giovane adolescente applico la psicoterapia indiretta: non viene visto direttamente in seduta il bambino o l’adolescente ma i genitori (o le persone che ne svolgono il ruolo), ai quali vengono fornite delle strategie specifiche da realizzare nel contesto familiare per risolvere il problema dei figli.

Prediligo questo tipo di intervento per i seguenti motivi:

  • Si evita l’etichettamento patologico del bambino
  • Si sviluppano la competenza e l’autostima dei genitori
  • Il bambino, per il livello di sviluppo cognitivo, fa fatica a portare quanto trasmesso durante la seduta nella vita di tutti i giorni, per questo motivo il cambiamento viene realizzato direttamente nell’ambiente in cui vive
  • Si modificano le dinamiche relazionali familiari che hanno un peso maggiore per i problemi che emergono nell’infanzia e nell’adolescenza.

Per questi motivi i bambini e i giovani adolescenti vengono coinvolti direttamente in terapia in situazioni del tutto eccezionali.


Problemi relazionali

Mi occupo del trattamento di forme di disagio reattive a problematiche di tipo relazionale.

La dimensione relazionale è un aspetto fondamentale della vita della persona, se diventa problematica può generare una sofferenza psicologica rilevante dal punto di vista clinico, che può richiedere un intervento di tipo specialistico.

Gli ambiti relazionali oggetto di intervento riguardano:

  • La coppia
  • Le relazioni sentimentali
  • L’educazione dei figli
  • I rapporti lavorativi
  • L’elaborazione del lutto

L’intervento ha l’obbiettivo di sviluppare le competenze comunicative che permettono di gestire in modo più funzionale la relazione che è vissuta come problematica.